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Associazione Culturale VARZI VIVA
I Trobadors, costumi e strumenti musicali
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Nel mondo cavalleresco la musica profana trovò un ambiente propizio e si diffuse da una corte
all'altra. Uomini di nobile e di umile origine cantarono melodie ora leggiadre, ora appassionate,
ora austere e talvolta inscenarono vere e proprie tenzoni, per motivi d'amore e d'onore.
I cantori furono chiamati trovatori (trobador in Provenza, trouvier nella Francia di lingua
D'Oil), perché trovavano, o inventavano, i testi e le loro stesse melodie.
Citiamo alcuni fra i trovatori più famosi : Jaufrè Rudel, Raimbaut de Vaqueiras, Adam De La
Halle. Le loro composizioni erano canzoni amorose, canzoni morali o politiche dette sirventesi,
canzoni di crociate, che esaltavano le guerre sante in Palestina, tenzoni e giochi (ossia canti e
dialogo), romanze, pastorali e canzoni di tela (che vedevano come protagonista una filatrice),
canzoni da ballo. Le esecuzioni erano di solito affidate ad un solista chiamato menestrello, che
era persona diversa dall'autore e si accompagnava con uno strumento.
Il periodo d'oro dei trovatori e dell'amor cortese abbracciò i sec. XII e XIII. Nelle corti del
nord Italia si diffuse la lirica occitanica, dedicata in gran parte a soggetti amorosi e talvolta
a componimenti di carattere politico. La lingua d'Oc provenzale era allora reputata la "lingua
dell'amor cortese" e in tale lingua "trovavano" anche i poeti dei paesi confinanti. In Italia si
distinsero tra gli altri il mantovano Sordello da Goito (trovatore di lingua provenzale), il re
di Sicilia Federico II, Jacopo da Lentini, Pier della Vigna.
I modi di vita delle corti signorili andavano uniformandosi e lo scambio di informazioni era
notevole, grazie ai viaggi dei menestrelli itineranti, Essi si scambiavano notizie sulla
munificenza dei signori e sulla bellezza e la grazia delle castellane, ma anche su altri
argomenti. Aimeric de Pegulhan, ad esempio, lanciò un appello ai signori di tutte le corti perché
partecipassero alla crociata anticàtara organizzata da Papa Innocenzo III.
Presentiamo una breve rassegna degli strumenti in uso a quell'epoca.
Strumenti a corde:
- ghironda (o sinfonia, si suonava tramite l'orlo di una ruota a manovella);
- da pizzicare, come la chitarra : mandola, liuto;
- ad archetto : giga a 3 - 4 corde, fidula o viola a 5 corde.
Strumenti a fiato:
- flauti, piffero, piffero a vescica, cornamusa;
Altri strumenti a fiato dell'epoca non usati dai trovatori:
- buisine (lunga tromba), corno;
Percussioni:
- nacaire (piccoli timpani, di origine araba, da cui deriva il nome "nacchere"),
tabor (tamburo), tamburello provenzale, campane, cimbali, crotali.
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