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Associazione Culturale VARZI VIVA
L’Occitania e la lingua provenzale
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Sino ai primi del Duecento l’Occitania, nota anche come Provenza o lingua d’oc, era un principato indipendente che manteneva
più legami linguistici con la Spagna e la Catalogna (i regni cristiani del León, di Aragona, e di Castiglia) e con l’Italia
del nord che non con le terre del settentrione (la Francia di lingua d’Oïl) La Provenza era, sin dalla antichità un paese
fortemente latinizzato e mantenne sempre stretti contatti con il mondo Mediterraneo e l’impero bizantino. Vi dominava un
forte spirito di tolleranza religiosa, in contrasto con il fanatismo che andava imponendosi in altri paesi europei.
Qui, lungo le sponde mediterranee, i contatti con il mondo ebraico e con quello mussulmano
erano più frequenti e meno conflittuali che altrove.
I dialetti provenzali (occitani dal termine affermativo "oc" equivalente al nostro "si") si svilupparono piuttosto presto dal
latino, nella parte meridionale dell’attuale Francia e generarono nel medioevo una fiorente letteratura, diffusa lungo le
terre mediterranee, verso est e verso ovest, dai trovatori, cantori dell’amor cortese. La sorte della lingua rimase
indissolubilmente legata all’indipendenza politica dell’Occitania e terminò dopo la crociata antialbigese, con la fine del
principato di Tolosa. Nel 1245 papa Innocenzo IV condannò addirittura l'uso della lingua provenzale, considerata come un
segno di riconoscimento tra eretici. Alla scomparsa della poesia trobadorica contribuì anche la progressiva decadenza del
sistema feudale.
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