Associazione Culturale VARZI VIVA
Le grandi famiglie varzesi


La famiglia Leveratto Mangini nei ricordi dell'ultima discendente. A Varzi fin dal 1700. Nessun personaggio di spicco in campo politico, ma avvocati, notai, giudici, medici, abati, parroci e facoltosi proprietari terrieri.


La Sig.ra Franca Mangini
Franca Leveratto Mangini

Le prime notizie certe sulla famiglia Mangini risalgono alla prima metà del 1700 nella persona del notaio Giovanni Maria Mangini, residente nella "Villa di Capo di Selva" (o Caposelva). Qui nacque il figlio, avvocato Cesare, che si trasferì nel Borgo di Varzi, dove, nella seconda metà del 1700, fece costruire il palazzo di Via di Dentro, nella struttura muraria come oggi la vediamo.
Nei primi anni del 1800, l'avvocato Francesco fu giudice a Borgosesia; nel 1821 ottenne il trasferimento a Santa Giuletta e nel 1824 a Varzi. Dal suo matrimonio, avvenuto nel 1822 con la contessa Teresa Gandolfi di "Pietra Giorgi", nacque una sola figlia - Maddalena - che sposò il dottor Tommaso Leveratto di Novi, ottenendo di unire il proprio cognome Mangini a quello del marito. Ma a Varzi, dove vissero i coniugi, si parlò sempre di famiglia Mangini, casa Mangini e torre Mangini.
Anche se nelle varie generazioni vi furono avvocati, notai, giudici, abati e parroci, dai numerosi atti d'acquisto, contratti d'affitto e mezzadria, conteggi d'annate agrarie, mi pare di poter dedurre che la vocazione della famiglia fu soprattutto quella di proprietari terrieri. Alle proprietà di Caposelva, Sagliano, Montemartino, Nivione, Torre degli Alberi, si aggiunsero poi quelle dei Leveratto nel novese.
Non mi risulta esservi stato nella famiglia Mangini personaggi di spicco in campo politico o altri. Penso che i Mangini si siano prevalentemente occupati con molta competenza delle loro terre e siano stati certamente molto facoltosi. Mio nonno Francesco, in particolare, fu un noto enologo; conservo medaglie premio a mostre vinicole e, accanto a bottiglie che hanno ora più di cento anni, un cartello: "Medaglia d'oro all'esposizione italo-americana del 1892".
Se non posso menzionare personaggi illustri, posso invece ricordare molti atti di elargizioni benefiche dovuti ai vari membri della famiglia e di cui ho notizia in parte da documenti, in parte per tradizione orale (per ciò che riguarda le due ultime generazioni). Mio nonno Francesco Leveratto-Mangini non chiese la restituzione di molte somme prestate. Suo fratello Stefano esercitò per tutta la vita la professione di medico gratuitamente, fornendo anche i medicinali alle famiglie più bisognose; mio padre Tommaso - che fu anche Sindaco di Varzi - allestì a sue spese un intero reparto dell'ospedale militare creato in Varzi nell'edificio delle scuole, atto per cui ottenne un importante riconoscimento dalla C.R.I.
Quanto a me, sto per firmare il rogito di donazione al Comune di Varzi dell'edificio detto "Il Casone", in via di Dentro, datato nel 1200 come la torre, probabile residenza allora del Corpo di Guardia del Borgo di Varzi. Donazione che farò a ricordo della famiglia Leveratto-Mangini che con me si estingue.

Franca Leveratto-Mangini